BOSCHI VIVI

Nonostante un’offerta apparentemente ampia, la prima vera difficoltà per Boschi Vivi è stata quella di trovare un bosco che rispondesse ad alcuni criteri minimi: un’adeguata accessibilità e una superficie di almeno dieci ettari per garantire al progetto la sostenibilità economica. “In Appennino, purtroppo, c’è una frammentazione del territorio estrema, figlia del diritto romano e stratificata nel tempo – spiega ancora Anselma – Il bosco di Martina d’Orba, che faceva al caso nostro perché abbastanza grande e servito da sentieri, lo abbiamo trovato su un sito di compravendita immobiliare – interviene Giacomo Marchiori – l’investimento iniziale è stato coperto con il premio di Fondazione Edoardo Garrone, i primi interventi al bosco, invece, grazie a un crowdfunding. Successivamente è arrivato anche il finanziamento regionale del Piano di sviluppo rurale (PSR) che, per il tipo di attività che porta avanti Boschi Vivi, copre fino 100% delle spese. I primi lavori di manutenzione straordinaria sono, così potuti partire nel marzo 2018”.

Frammentazione del territorio

Il diritto germanico prevede l’indivisibilità ereditaria dei fondi agricoli, un modello che in Italia esiste solo in Alto Adige, dov’è conosciuto con il nome di Maso chiuso. Altrove, nelle aree montane, le successioni stratificate nel tempo hanno dato vita a un collage di proprietà frammentate, boschi e pascoli che non possono garantire reddito adeguato per un’azienda o per una famiglia. “Ci siamo dati un obiettivo per studiare un disciplinare e un fondo dedicato ai boschi sul modello del FAI – racconta Camilla – Abbiamo iniziato a studiare anche le ‘associazioni fondiarie’ che prevedono la gestione associata delle attività agro-silvo-pastorali, e in Piemonte sono riconosciute da una legge regionale. Nel 2019 Boschi Vivi ha ricevuto 26 richieste di collaborazione da ben 9 regioni italiane: Umbria, Lombardia, Puglia, Sicilia, Veneto, Piemonte, Liguria, Abruzzo ed Emilia- Romagna.
Un elemento critico riguarda il tipo di contratto che garantisce a Boschi Vivi la titolarità del bosco: non può essere un comodato, che può essere cancellato o un affitto agricolo per 15 anni perché serve un periodo più lungo. Il contratto evidentemente non può essere più corto di quello che viene offerto ai clienti. Difficile quindi, al momento, immaginare uno sviluppo su terre pubbliche.

Le persone già interrate nel bosco sono 3, mentre i contratti stipulati 8. In tutto sono stati individuati circa 500 posti, censendo per ettaro 50 alberi che si riconoscono tra gli altri grazie a un nastro colorato. La prima cerimonia si è tenuta a giugno 2018 e dopo un anno i congiunti sono tornati per ricordare la persona cara. “Abbiamo predisposto due questionari: uno è sul sito, l’altro lo sottoponiamo ai clienti che hanno già fruito del servizio. Vorremmo raccogliere dati per capire se la scelta di un albero, del proprio albero, migliori la percezione del lutto, se affrontare prima questo passaggio sia rasserenante” conclude Giacomo. Se si ascoltano Stelvio e Marina la risposta pare senz’altro positiva: “Ci piace l’idea di scegliere un posto dove chi vuole potrà raggiungerci, scegliendo una giornata in cui il cielo è terso, e sedersi vicino a noi ai piedi di un albero”.

La prima cerimonia

“Quando ci sono le cerimonie, siamo a disposizione. Sono le persone vicine a chi è deceduto a scegliere come vivere il momento se in maniera intima oppure organizzando un concerto o una lettura. Insieme concordiamo la data, uno dei soci della cooperativa è sempre presente, resta in disparte e si occupa quindi di chiudere la buca. Al termine, -racconta Anselma – Boschi Vivi redige un atto, un verbale da consegnare al Comune di Urbe. Chi è presente in quel momento è automaticamente pubblico ufficiale”.
Nel bosco si possono effettuare tutti i tipi di cerimonie religiose e laiche, possono essere presenti sacerdoti, religiosi, oratori, musicisti e altre figure a discrezione dei parenti e delle volontà espresse dal defunto. All’ingresso del bosco, la cooperativa ha attrezzato un’area cerimoniale dedicata, ma la cerimonia potrà tenersi anche direttamente presso l’albero. Alla fine del momento dedicato al ricordo, viene affissa la targa commemorativa che riporta nome, date di nascita e di morte e che può essere personalizzata con un’immagine o una dedica.

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