COLLE JANO

“L’impianto di irrigazione che avevamo acquistato a Rieti lo abbiamo riciclato nel nuovo vigneto. Lo stesso abbiamo fatto per buona parte dell’attrezzatura – spiega Filippo – Due anni fa avevamo un orto molto grande, Giulia preparava dei minestroni sottovuoto pronti da cuocere che venivano venduti insieme a ortaggi freschi. Oggi abbiamo convertito quell’area in una carciofaia. Come coltura è complementare a quella del vigneto, la fase produttiva inizia, infatti, nel mese di ottobre e il raccolto è in primavera”. La carciofaia di Colle Jano misura 3.200 metri quadrati. Ci sono 300 piante, all’inizio erano 170. Qui si coltiva il Carciofo violetto di Jesi (AN), tutta la zona è vocata e questo tipo di verdura che viene venduta a un euro per unità.

Oltre a vigna e carciofaia, a Colle Jano si coltivano erbe officinali, lavanda, timo e rosmarino. Gli oli essenziali che vengono estratti non vengono venduti, ma utilizzati in vigna come fitofarmaci naturali. “Questo mi permette di ridurre l’utilizzo del rame e rende meno oneroso anche il costo di gestione della vigna, che è di circa 600 euro per ettaro. Risparmio il 25 per cento rispetto a un costo medio in regime di agricoltura biologica. Il mio obiettivo però non è solo economico: punto ad arrivare alla vendemmia con un residuo zero di fitofarmaci nell’uva” spiega Resente. Che aggiunge: “Il mio sogno adesso è quello di costruire una cantina. Per me avere un’azienda agricola è una cosa grandiosa”. Come le sue vigne, anche Filippo ha messo radici nel suolo di sabbia, limo e argilla di Cupramontana.

Fitofarmaci naturali

“Considero la nostra un’azienda agricola biologica avanzata” dice Resente, per descrivere il metodo utilizzato da Colle Jano nella cura della vigna e delle altre produzioni. Nelle vigne, in particolare, vengono utilizzati gli oli essenziali di lavanda, timo e rosmarino. “Il timo, ad esempio, in combinato con rame e zolfo, ha effetto antiparassitario nel periodo di sporulazione della peronospera (un fungo ndr), quando gli attacchi sono più importanti” spiega il vignaiolo. Quando, con l’avanzare della stagione, gli attacchi si riducono, l’uso degli oli essenziali permette di diminuire sensibilmente l’utilizzo del rame.
Anche la propoli, ricavata dalle api coltivate in azienda, viene utilizzata sciolta in acqua e in alcool. La propoli idroalcolica e gli oli, legandosi insieme, hanno un duplice affetto: antibiotico e adesivante. “Questo -spiega Resente – permette di ridurre ulteriormente l’uso del rame, fino a un quinto del limite massimo previsto dal disciplinare”.

Torna alla pagina 3 di 6

Vai a pagina 5 di 6