IN QUIETE COOPERATIVA

Le specie di trote appenniniche le hanno recuperate nel fosso di Camaldoli e oggi possono dedicarsi alla loro riproduzione: «Sono selvatiche, si nutrono di lombrichi ma non di mangimi, è difficile farle ingrassare. Siamo partiti da una ventina di esemplari, oggi sono sessanta» spiega Andrea, mentre getta manciate di lombrichi ai pesci.

Gli insetti sono raccolti in una delle vasche di Molin di Bucchio, che verrà ristrutturata nella primavera del 2020.  I soci della cooperativa stanno inoltre pensando di finanziare le opere strutturali, vale a dire il rifacimento del muro in due punti e una nuova soletta per impermeabilizzare il pavimento, attraverso un crowdfunding. Invece, gli interventi sulle vasche già attive, oltre che dalle attività di In Quiete, sono stati sovvenzionati grazie a un finanziamento di circa 30mila euro del FEAMP, il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca. Il progetto è stato riconosciuto tra le best practice del 2019 e la Direzione Generale per gli Affari marittimi e la pesca dell’Unione europea ha voluto girare un video per promuovere l’iniziativa  proprio a Molin di Bucchio. «Adesso con l’aiuto di un consulente stiamo scrivendo un progetto LIFE, il programma europeo che eroga finanziamenti per attività di salvaguardia dell’ambiente e della natura. Le attività di conservazione necessitano di un supporto pubblico e la relazione con le istituzioni italiane non è sempre stata perfetta» racconta Andrea. 

In attesa di avere a disposizione la Trota appenninica, oggi In Quiete distribuisce sul mercato esemplari di Trota Atlantica allevata seguendo il metodo dell’agricoltura biologica, l’alimentazione è leggera perché non punta all’ingrasso rapido degli animali. «In due anni non abbiamo mai dovuto affrontare alcuna patologia» racconta Andrea e la qualità del prodotto è riconosciuta anche dai consumatori. A cominciare da due tra i migliori ristoranti del territorio il Mater a Poppi (AR) e il Perbacco a Pieve a Presciano (AR). «Gli chef che hanno scelto la nostra trota sono venuti a visitare l’allevamento, abbiamo dato loro dei campioni e oggi stanno ordinando con regolarità. Dopo la primavera (2020, ndr) saremo pronti a inaugurare anche la vendita al pubblico» dice Andrea.

Trota appenninica

In quasi tutta Italia e anche in Casentino i progetti di ripopolamento di fiumi e torrenti hanno avuto per anni come protagoniste le comuni trote Fario, una specie di cui esistono tantissime varietà, «senza una logica genetica» spiega Andrea Gambassini.

Nella maggior parte dei corsi d’acqua la Trota appenninica pura e autoctona non c’è più. «Per noi è importante arrivare a riprodurre e commercializzare questa specie, così siamo andati nel fosso dell’eremo di Camaldoli a cercare animali selvatici. Abbiamo prelevato un centinaio di esemplari, abbiamo staccato loro un piccolo pezzo di pinna, che abbiamo inviato all’ISPRA per un’analisi genetica, e le abbiamo ributtate nel fosso. Ne sono state selezionate 28, ma di queste siamo riusciti a recuperarne soltanto 20. L’anno scorso le abbiamo “spremute” (far uscire l’uovo, che fanno una sola volta all’anno, attraverso un massaggio al ventre, ndr) e le abbiamo fatte riprodurre all’interno della nostra avanotteria. Oggi le trote sono in tutto sessanta» sottolinea Andrea.

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