ESSENZIALE COME NATURA

Le arnie di Essenziale come natura sono posizionate alle pendici del monte Sirente, a un paio di chilometri dal centro storico di Gagliano Aterno. «Il terreno è in affitto e qui dietro c’è un bosco bellissimo ricco di fioriture, con piante più o meno mellifere. Sappiamo che le nostre api trovano da mangiare. Due anni fa abbiamo prodotto tre diversi tipi di miele, che abbiamo fatto analizzare da Piana Ricerca e Consulenza srl, un centro analisi di Castel San Pietro Terme (BO), che ho conosciuto al campus ReStartApp. Secondo il risultato, due erano monoflora, quindi mieli con un fiore che prevale sugli altri, il terzo un millefiori di montagna» racconta Elisabetta. I due monoflora sono molto particolari: il meliloto, una pianta della famiglia delle leguminose dai fiori gialli che Elisabetta indica vicino alle arnie, e la santoreggia, un’erba aromatica. «Per noi è stato un grande orgoglio, perché questa tipologia di miele si fa solo qua nell’Appennino aquilano, dov’è anche riconosciuta come Presidio Slow Food» spiega l’apicoltrice, mentre con il fumo mette in allarme le api, che si spostano sul fondo e le permettono di tirar su lentamente il telaio, per controllare la formazione delle celle, la covata, la regina.

Col pick-up di Ivan saliamo alcuni chilometri fino a raggiungere uno dei rifugi del Comune di Gagliano Aterno (AQ). Lui ed Elisabetta ci mostrano da qui tutta la vallata Subequana, come si chiama la parte bassa del corso del fiume Aterno. «A Gagliano c’è anche un castello d’epoca Medievale: il nostro era uno dei paesi più ricchi della vallata. C’erano prelati e artigiani: orefici, campanari. Dal belvedere è possibile abbracciare in uno sguardo le cime più importanti dall’Appennino centrale. A sinistra c’è il Gran Sasso, di fronte a noi la Maiella». Consapevoli della ricchezza del territorio, Elisabetta ed Ivan hanno scelto di occuparsi anche accoglienza e di esperienze, promovendo un modo diverso di fare turismo, che passa per la conoscenza, l’incontro con la cultura locale e la valorizzazione delle risorse materiali e immateriali . Insieme a una terza persona hanno dato vita a una società che si chiama Gagliano Experience. «Gestiamo due case nel centro storico, che sono state ristrutturate dal Comune. Le abbiamo in affitto. Organizziamo esperienze e passeggiate accompagnate dai locali. Il nostro obiettivo è coinvolgere il più possibile le persone per far sì che vivano il ricordo di qualcosa di differente e autentico, che non avrebbero vissuto altrove. Le api possono essere al centro di queste attività: intorno all’alveare si può fare didattica, con bambini e grandi. Tutti noi abbiamo bisogno di imparare, di confrontarci con la Natura» conclude Elisabetta.

Sta pensando di coltivare zafferano. «A ottobre pianterò i bulbi su un altro fazzoletto di terra – racconta -. Miele e zafferano stanno bene insieme».

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