APPENNINI FOR ALL
la storia di Mirko, attaccatissimo alle sue origini marsicane, nato nel 1982, è quella di un emigrante di ritorno: quando ha risposto al bando, viveva con la famiglia (la moglie ceca, due figli e una terza in arrivo) a Bruxelles. Laurea magistrale in analisi e gestione delle attività turistiche e delle risorse alla Sapienza di Roma, dopo la laurea triennale in Economia aziendale Mirko aveva lavorato in Italia sulla progettazione ambientale e turistica e poi a Berlino, grazie al programma Leonardo Da Vinci della Commissione europea. «Abbiamo vissuto a Praga, dove è nato il nostro primo figlio, e poi a Bruxelles, quando mia moglie è stata assunta al Parlamento europeo come traduttrice. Nella capitale europea facevo il papà a tempo pieno» racconta.
Per descrivere Appennini for All inizia da una negazione, capace però di affermare un diritto: «Non sono un tour operator per persone con disabilità, ma ANCHE per persone con disabilità: cerco di coinvolgere tutti. Elemento centrale per me è l’inclusività ed è fondamentale che non ci siano solo persone con disabilità. Nei primi tour che ho organizzato c’era una separazione non tangibile tra normodotati e persone con disabilità, ma ciò che faccio è anche un processo per rompere barriere». Alla passeggiata sul Monte Salviano di domenica 23 luglio hanno partecipato un centinaio di persone. Due, David e Simone, erano a bordo di una joelette. Tutti per partecipare hanno pagato la stessa quota: 5 euro. In un’escursione la quota versata dalle persone normodotate permette di coprire i costi superiori necessari a garantire la partecipazione delle persone con disabilità, che siano quelli legati alla joelette o a un traduttore per la lingua dei segni, se tra gli iscritti ci sono persone non udenti.
«La difficoltà più grande che vivo è quella di far capire a chi incontro che la mia non è un’associazione, ma un tour operator. Che il mio è un lavoro. La differenza è che io posso organizzare queste passeggiate in modo continuativo e professionale, investendo tempo nei sopralluoghi, riconoscendo il lavoro dei “conducenti” con una retribuzione» sottolinea Mirko.
Per esemplificare la differenza tra il lavoro di un’associazione e quella di Appennini for All, Mirko racconta l’esempio della prima uscita, a Pescasseroli: «L’attività è stata realizzata per una signora, che mi ha chiamato dopo aver trovato il volantino all’info point del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Quando arriviamo, nel giorno e all’ora prestabilita, troviamo un diluvio. Sono andato da lei in albergo e l’ho trovata pronta per uscire: “Pioggia o non pioggia, oggi io torno in un bosco” mi ha detto. Erano più di vent’anni che a causa della distrofia muscolare non poteva farlo. Siamo usciti lo stesso, sotto la pioggia, indossando dei k-way. L’impatto è stato forte».