Ero chiuso in casa, a leggere un paper che nemmeno capivo. Da un giorno all’altro ho deciso di smettere con il dottorato, passando i mesi successivi a immaginare che cosa avrei potuto fare. Il bando ReStartApp sembrava calato su di me”

Eric Steinbruck

Il frinire delle cicale accompagna il racconto di Eric. È arrivato nel 1999 a Upacchi, in Alta Valtiberina, dove oggi ha sede la sua azienda agricola biologica. Aveva appena compiuto 13 anni. «Dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1989, i miei genitori, liberi di uscire dalla Germania Est, decisero di attraversare l’Europa alla ricerca di un ecovillaggio in cui vivere. Erano stati tra i pionieri del movimento del biologico nel nostro Paese d’origine. Siamo arrivati qui per la prima volta nel 1994, continuando a tornarci in vacanza finché non si è liberata una casa». A pochi chilometri da Anghiari (AR), Upacchi è il nome di una comunità abbandonata negli anni Cinquanta e tornata a vivere nei primi anni Novanta: una ventina di case e una sorgente in mezzo ai boschi.

Quando è arrivato Eric ci vivevano 50 persone: «La metà erano bambini, anche per questo mia sorella e io ci siamo ambientati, abbiamo frequentato da subito la scuola e imparato l’italiano in sei mesi» racconta. Nel 2018 Eric ha aperto Pontepietra: il nome è una traduzione dal tedesco all’italiano del suo cognome, Steinbruck, e un omaggio ai genitori, che avevano chiamato Casa Pontepietra l’azienda avviata dopo il trasferimento in Toscana. «Anche loro, come me, coltivavano le erbe officinali, una cosa che mi ha sempre affascinato, tanto che durante la scuola e poi anche negli anni dell’università aiutavo sempre» spiega.