PONTEPIETRA

La scelta delle erbe officinali è legata anche alla caratteristiche del territorio: la montagna di Upacchi non è ricca d’acqua; le case sono alimentate da una rete collegata a una sorgente ed Eric può utilizzare per i campi solo il sempre-pieno, ma «in estate non si ricarica bene e siamo già agli sgoccioli, così non posso annaffiare abbastanza le erbe, perché si riprendano: è una questione di farle sopravvivere, sperando che in autunno piova» sottolinea, nell’estate più calda dell’anno più siccitoso del millennio.

La ricerca di colture a cui serve poca acqua ha portato Eric a sperimentare con un amico la coltivazione della canapa e quella delle rose di Damasco. L’idea della canapa («È un’attività che seguo con un amico, abbiamo un marchio dedicato, Natupa» racconta) è figlia del campus ReStartApp e dell’incontro con Michele Galeri e il suo progetto Officina Biomat. Tutti gli esperimenti servono anche a ricercare la sostenibilità economica aziendale: «Non posso coltivare cose fresche qua, perché non avrei mercato, devo coltivare necessariamente qualcosa da essiccare». Oggi il team si è arricchito, grazie a un giovane arrivato dalla piattaforma Workaway. «Mi ha aiutato con il raccolto, a primavera». Adesso è tempo di miscelare le tisane. «Oggi invece devo impacchettare un po’ di sale alle erbe, mi accompagni?» chiede Eric. Intanto riceve una telefonata. Deve sedere, anche se per poco, di fronte al computer: alcuni amici lo stanno aiutando a studiare i nuovi pacchetti. Ci sono dei bozzetti da visionare. Lui è Pontepietra, a 360 gradi.

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