BOSCHI VIVI
Anselma e Giacomo Marchiori sono Pianificatori del territorio, mentre i soci Riccardo Prosperi e Camilla Novelli hanno rispettivamente una formazione in Giurisprudenza e in Architettura del paesaggio. Dopo il campus ReStartApp, Anselma ha seguito un ciclo di dottorato a Venezia alla Scuola dell’IUAV, discutendo nel 2019 una tesi dal titolo: “Servizi cimiteriali come occasione per migliorare la qualità della vita”. “Per approfondire l’opportunità di trasformare la nostra idea in un’impresa siamo stati in Germania, Paese dove la pratica di interramento delle ceneri in suolo boschivo e ben regolamentata e diffusa già da anni. – spiega Anselma – Sul suolo tedesco abbiamo potuto capire ancora più concretamente il funzionamento di questo tipo d’impresa, gli elementi critici, diverse tecniche di gestione del bosco, le possibili partnership tra i diversi soggetti che entrano a far parte dell’attività, dalle istituzioni pubbliche alle imprese forestali chiamate a eseguire i lavori per garantire al bosco l’assetto adeguato”.
Quando, con i 30mila euro del premio ReStartApp, Boschi Vivi l’ha acquistato, il bosco di Martina d’Olba non veniva tagliato dal 1996. “L’innovazione, quindi, non è solo nel tipo di servizio cimiteriale offerto, ma anche nella scelta di un modello economico che permette di utilizzare i ricavi dell’attività d’impresa derivati dall’affitto di un albero, per un periodo di tempo che va tra i 20 e i 40 anni, a favore della gestione e della manutenzione del bosco – sottolinea Anselma Lovens – aperto alla comunità degli utenti”. Ogni Ente Locale in Italia dovrebbe offrire ai propri cittadini la possibilità di scegliere un’alternativa al cimitero e definire un’area dedicata all’interramento delle ceneri, pochi lo hanno fatto dopo la legge del 2001, ma il Comune di Urbe, firmando una convenzione con Boschi Vivi, sì.
Il progetto risponde ai problemi ambientali legati all’abbandono dell’Appennino e al conseguente dissesto idrogeologico. “Questo è un esempio di economia circolare un termine che siamo abituati ad associare al ciclo dei rifiuti, alla rigenerazione e al riutilizzo dei materiali – aggiunge Anselma- gestire un bosco nel tempo ha un costo e siccome i boschi in Italia non danno più reddito e la manutenzione è una spesa, vengono lasciati a se stessi. Tuttavia, il bosco dell’Appennino è il frutto di un’interazione millenaria tra uomo e natura, rappresenta un patrimonio e una ricchezza che è possibile mantenere solo se curato”.
Definire un'area dedicata all'interramento delle ceneri
La normativa di riferimento per l’attività di Boschi Vivi è la legge 130 del 30 marzo 2001: “disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri”. Essa stabilisce che: “La dispersione delle ceneri è consentita, nel rispetto della volontà del defunto, unicamente in aree a ciò appositamente destinate all’interno dei cimiteri, in natura o in aree private; la dispersione in aree private deve avvenire all’aperto e con il consenso dei proprietari”.
“La forma migliore per manifestare la volontà del defunto – spiegano i soci di Boschi Vivi – è quella della forma scritta olografa (testamento o altra dichiarazione scritta di proprio pugno dall’interessato, senza la necessità di assistenza notarile). Ognuno può esprimere, oltre alla volontà di essere disperso, la preferenza circa il luogo. L’interessato designa anche un esecutore testamentario incaricato a compiere l’ultimo gesto nei suoi confronti. Sul nostro sito web www.boschivivi.it esiste un modello per dichiarare correttamente le proprie volontà di dispersione”.