LE CORNELLE
Recinto anti-lupo
Il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ha anche istituito un centro permanente di riferimento per la gestione del lupo su scala interregionale, denominato Wolf Apennine Center (WAC), con l’obiettivo di aiutare gli Enti Locali nella risoluzione delle problematiche legate alla presenza dell’animale, tutelato dalla legge 357 del 1997 contro l’abbattimento.
Per quanto riguarda la distribuzione, il mercato di destinazione dell’Azienda Agricola Le Cornelle è quello locale dove il prezzo di vendita è di circa 18 euro al chilogrammo: «Venderemo al pubblico solo all’interno del punto vendita. Abbiamo già contattato i ristoratori della zona per fornire loro formaggio e ricotta. Presidiare mercati contadini e format simili non rientra nei nostri piani, troppo oneroso in termini di tempo. Invece, stiamo valutando di sviluppare un sito e avviare un e-commerce».
Ogni due giorni, Giuliano lavora il latte raccolto che, durante la prima metà di luglio, nel momento di massima produzione, equivale ad almeno 60 litri. Il pecorino viene lavorato a latte crudo, la temperatura non supera mai i 36 gradi centigradi: «utilizzo un caglio di vitello, che fa sì che il formaggio non diventi mai piccante» racconta Giuliano. Ogni 11 litri di latte, calcola, si ottengono 2 chilogrammi di formaggio e un chilogrammo di ricotta, ma bisogna tenere conto che ciascuna forma di formaggio perde il 27-28% di peso durante i mesi di stagionatura. La resa è comunque alta grazie alla metodologia di allevamento al pascolo e all’alimentazione completamente naturale degli animali. Il pecorino delle Cornelle è un presidio di biodiversità, una sorta di Manifesto caseario di questo territorio, che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha riconosciuto come Riserva della biosfera (MAB Appennino). Quello che fanno ogni giorno Giorgio e Giuliano Gabrini, portando avanti il lavoro del nonno è, come si legge anche negli obiettivi del MAB: “conservare e rinnovare lo storico rapporto di equilibrio tra uomo ed ecosistema, difendendo e promuovendo le produzioni agroalimentari di qualità”.
Latte crudo
«Il latte crudo trasferisce ai formaggi gli aromi e i profumi delle erbe e dei fiori del territorio, dà valore al lavoro dei pastori e alla manualità dei casari» spiega Slow Food, che con la manifestazione Cheese promuove la cultura del formaggio naturale, ottenuto da latte crudo. Proprio questo processo produttivo, però, è ostacolato e addirittura proibito in alcuni Paesi. L’Unione Europea consente di caseificare con latte crudo, ma le direttive lasciano ampio spazio all’interpretazione e alcuni Stati Membri rendono difficile il lavoro di chi vorrebbe produrre in modo del tutto naturale e senza ricorrere a trattamenti termici. Il Pecorino dell’Appennino Reggiano – quello lavorato da Giuliano Gabrini nel suo laboratorio – è già presente nella selezione dell’Arca del Gusto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus.