COLLE JANO
AZIENDA: Colle Jano
INDIRIZZO: via Rovejano 15, Cupramontana (AN)
EMAIL: info@collejano.com
SITO WEB: www.collejano.com
CAMPUS: ReStartApp 2014
Abbiamo scommesso sul recupero di queste vigne di Verdicchio abbandonate. Il nome dell’azienda: Colle Jano, richiama il mito di Giano, la divinità bifronte che rispecchia la nostra filosofia: guardare al passato, grazie al recupero di vitigni antichi e proiettarsi verso il futuro con un prodotto moderno e unico
Filippo Resente
Filippo Resente, veneto dei Colli Euganei, oggi fa il vignaiolo nelle Marche. Tre anni fa, lui – classe 1985 – e la moglie Giulia Grilli – classe 1988 – hanno acquistato un podere a Cupramontana (AN), nella zona di produzione del Verdicchio Castelli di Jesi Doc. Sono sette ettari in tutto, tre dei quali oggi coltivati a vite. “Non avevo competenze enologiche, non avevo mai praticato nessuna professione riguardante la viticoltura” racconta Filippo mentre stappa una bottiglia del suo “Jano 2018”. Facciamo un passo indietro: lui e Giulia si sono conosciuti nel 2014 al campus ReStartApp, entrambi erano iscritti alla prima edizione che si tenne a Grondona (AL). “Sono arrivato al campus con l’idea dell’elicicoltura: volevo avviare un allevamento di lumache – spiega Filippo – ma non avevo terreni di proprietà a disposizione. Ho lavorato per 4 anni in Canada e sono rientrato in Italia il giorno prima del campus. Ho inviato la mia candidatura dall’estero perché ero in cerca di nuovi stimoli e di uno stile di vita differente. Lavoravo nel settore minerario, una miniera di diamanti nel Subartico canadese, passavo l’estate a far monitoraggi e l’inverno a elaborare dati, vivevo buona parte dell’anno in un container. Avevo bisogno di cambiare quella situazione, anche se avevo prospettive di carriera, e desideravo impegnarmi in ambiti attinenti al mio percorso di studi: le scienze ambientali e l’idrogeologia”.
Allevamento di lumache
“Mi sono appassionato al comparto, per questo ho presentato un progetto di elicicoltura a ReStartApp – racconta Filippo Resente – ma la sostenibilità di un allevamento di questo tipo è difficile. Ci sono problemi di carattere ambientale legati all’accesso all’acqua e alla presenza di agenti esterni, come i corvi che attaccano le chiocciole”. Altre difficoltà sono legate al mercato che è sostanzialmente in mano a pochi gruppi che agiscono in regime di oligopolio. Un’azienda è a Cherasco (CN), una a Viterbo, una terza in Sicilia, e ”“gestiscono la quasi totalità della produzione italiana. – spiega Resente – Nonostante la bava di lumaca sia un prodotto richiesto, molte aziende di piccole dimensioni non riescono a sostenersi e c’è un forte turn over”. La pubblicità intorno alla domanda di materia prima fa sì che nuove aziende si affaccino sul mercato, salvo poi fallire dopo pochi anni. L’elicicoltura, in Italia, copre circa 9mila ettari dell’interno territorio nazionale.