MONTANAMENTE
Luca Stefenelli è una guida escursionistica e ambientale. Nel 2017 ha partecipato al campus ReStartAlp di Fondazione Edoardo Garrone e Fondazione Cariplo, con l’obiettivo di creare un’impresa per rendere i percorsi naturalistici accessibili anche alle persone con disabilità.
«Ho scelto la montagna tardi, a trent’anni – racconta Stefenelli – mi sono laureato in Scienze politiche, con focus in relazioni internazionali e poi in diritti umani, un campo che può sembrare molto diverso e distante da ciò che faccio oggi. Credo però che questo tipo di preparazione mi sia molto utile oggi perché offre una visione ampia e completa della società». Tra la laurea triennale e quella specialistica Luca ha fatto esperienze all’estero, tirocini e attività di volontariato e dopo la tesi ha trovato subito lavoro. Per circa 2 anni Stefenelli è stato operatore all’interno di una realtà che si occupa di richiedenti asilo e rifugiati, un impiego in linea con il suo percorso di studi, ma – dice – «Non era la mia strada. Quand’è scaduto il contratto con la cooperativa sociale non l’ho rinnovato e mi sono iscritto al corso per guide escursionistiche. Il mio desiderio era capire se fosse possibile far combaciare il lavoro con un’attività che mi desse piena soddisfazione e che fosse in grado di produrre cambiamenti tangibili nelle persone. Il mio primo pensiero è stata la montagna».
Nel 2017, terminato il campus ReStartAlp, Luca ha dato l’esame ed è diventato Accompagnatore di media montagna. È iscritto al Collegio delle Guide Alpine del Trentino. «La selezione è stata dura, ma la vera difficoltà per un giovane è riuscire a lavorare in modo costante. – spiega Luca – In questo mi hanno aiutato gli studi che ho fatto e che mi permettono di scrivere progetti o di partecipare a iniziativa come quella di AIPD. Durante l’università avevo già fatto esperienze con persone con disabilità ed è stato semplice associare la mia propensione a lavorare nel sociale all’idea di montagnaterapia In questi anni, ho realizzato numerose attività che vanno in questa direzione, oltre ai ragazzi con sindrome di Down, ho fatto uscite con giovani con disabilità psichico-cognitiva e spesso accompagno persone cieche o ipovedenti. L’obiettivo, in quel caso, è scoprire la natura attraverso i sensi».