ALBA

NOME: Michela Bunino

AZIENDA: Azienda Agricola Alba

INDIRIZZO: C.da Santa Lucia, 3 – 86040 Campolieto (CB)

EMAIL:  info.agrialba@gmail.com

WEB:  agrialba.farm/

CAMPUS: ReStartApp 2015

Grazie al campus ReStartApp ho sviluppato le competenze per gestire un’azienda e riuscire a valorizzare un territorio che si presta a un’agricoltura tradizionale come quello dell’Appennino molisano”.

Michela Bunino

Michela è nata in Piemonte, in Val Pellice, ma sei anni fa ha scelto di mettere davanti a suoi occhi un altro orizzonte, quello dell’Appennino. Si è trasferita in Molise, nelle campagne intorno a Campolieto in provincia di Campobasso, a 800 metri sul livello del mare. «Ho deciso di cambiare vita principalmente per affiancare il mio compagno Nicola all’interno di un progetto appena avviato» racconta.
Il progetto è la Società agricola Alba, un’azienda biologica multifunzionale a ciclo chiuso, avviata da Nicola Del Vecchio nel 2012 su una proprietà di 85 ettari, terreni che erano del nonno. Michela l’ha raggiunto definitivamente a Campolieto alla fine del 2014.
La coppia si era conosciuta qualche anno prima frequentando l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN). Lei si era iscritta nel 2010 per studiare gestione e promozione del patrimonio gastronomico e turistico, dopo una laurea in Virtual Design al Politecnico di Torino. Quando si sono incontrati, Nicola stava scrivendo una tesi dedicata alla futura azienda agricola: «Era basata sul concetto di design sistemico, che conoscevo per i miei studi e perché è stato teorizzato proprio al Politecnico di Torino – spiega Michela -. Ne conoscevo bene le applicazioni a livello industriale, come la scelta di Lavazza di utilizzare gli scarti del caffè per coltivare funghi, ma l’innovazione di Nicola era applicare questo concetto all’interno di un’azienda agricola capace di trasformare gli scarti in nuove risorse».

Design sistemico

È una metodologia per la progettazione e la produzione «che permette di gestire quantitativamente e qualitativamente tutto ciò che viene coinvolto in un processo al fine di coordinare ogni fase del percorso produttivo, di verificare le relazioni con altri cicli produttivi e di evitare scarti di ogni genere» spiega la Treccani.

Un esempio di design sistemico applicato alla realtà di un’azienda agricola come Alba è l’utilizzo degli scarti, derivati dalla trasformazione del latte in formaggio, per nutrire le galline. «Il siero residuo dopo la produzione di ricotta è ricco di nutrienti. Per i caseifici quello scarto rappresenta un costo legato allo smaltimento, ma noi abbiamo certificato la possibilità di usarlo come cibo per le nostre galline, questo rende più forti le uova grazie alla presenza di calcio» spiega Michela.

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