Abbiamo deciso di partire dall’ultimo anello della catena, la vendita al dettaglio, per ricostruire l’intera filiera: vediamo nel negozio fisico uno strumento di educazione, capace di aiutare il pubblico a ripensare i propri acquisti, a partire dalla capacità di provare, di sentire il capo»

Rita De Colle

Il negozio di abbigliamento e accessori che Alessandro e Rita hanno aperto nel marzo del 2018 a Belluno è uno scrigno di storie. Un filo si srotola in uno spazio di cinquanta metri quadrati, nelle due stanze che compongono ethiQ e racconta che cos’è oggi la moda etica: tessuti biologici certificati, upcycling (cioè riutilizzo), tessuti vegetali innovativi, piccoli e medi laboratori artigiani per la trasformazione e la sartoria. «In una grande città, probabilmente questo tipo di negozio oggi sarebbe di tendenza, ma la vera scommessa per noi è stata aprire qui, ai piedi delle Dolomiti, nel cuore del centro storico di Belluno, un Comune di 35mila abitanti, capoluogo di una provincia alpina che ne fa duecentomila in tutto – spiega Rita De Colle – qui nessuno aveva mai immaginato l’esistenza di tessuti ricavati dalle fibre di eucalipto e ortica o dal legno di faggio o che i fili da pesca riciclati potessero dar vita ad Econyl®, un nylon rigenerato da cui ricavare mantelle impermeabili».

Rita è nata nel 1985, coetanea del socio e compagno di vita Alessandro Bertoldin. Hanno tre figli e sono appassionati di tessuti. La ricerca che ha portato all’apertura di ethiQ è partita in casa, da semplici interrogativi: «Che cosa ci mettiamo sulla pelle? Come possiamo evitare allergie e problemi dermatologici? La risposta non è stata semplice – racconta Rita – quattro o cinque anni fa in Italia era ancora difficile trovare spazi interamente dedicati alla moda sostenibile».

Dopo una laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro all’Università di Padova, Rita ha lavorato per un’impresa del comparto dell’occhiale dove si occupava di valutazioni di rischio, della gestione delle tematiche ambientali, di formazione per la sicurezza, di infortuni e malattie professionali, di primo soccorso ed emergenze. «L’occhialeria è un settore molto collegato alla moda, dove si ragiona per collezioni, fiere, campionario. Io seguivo la fase produttiva» spiega. Alessandro invece lavorava nel settore della telefonia ed è lì che ha sviluppato attenzione al cliente.