BIODIVERSAMENTE

Da Glori, camminando sulla montagna, hanno scoperto le frazioni superiori e i terrazzamenti abbandonati. «I titolari dell’unico agriturismo ci hanno invitati a restare, a coltivare quei campi. Luca si è fermato subito, lo hanno aiutato anche a trovare una casa». L’incontro fondamentale è stato quello con gli abitanti di Glori. «Gli anziani ci hanno fatto entrare nel loro substrato culturale legato a un’agricoltura contadina. Dopo aver recuperato i terreni, Luca ha iniziato a coltivare la Muneghetta, il fagiolo con l’occhio tipico del territorio, e lo zafferano. Insieme, intanto, pulivamo i sentieri. Oggi anche lui sta creando il suo lavandeto a Glori Superiore».

L’incontro tra i due amici e il borgo della Valle Argentina è avvenuto nel 2014. Federico, a differenza di Luca, non si è mai trasferito a Glori. «In quegli anni ho iniziato a lavorare in frantoio, a Imperia, e nel 2015 e nel 2016 ho passato la primavera in California, a potare olivi. Nel frattempo, qui era partito il processo di ripopolamento. Un amico di Torino mi ha segnalato il bando ReStartAlp e ho scelto di partecipare, nel 2017, con il progetto Glori». L’idea di Federico, in quel momento, era l’avvio di una cooperativa di comunità. In concomitanza con la partecipazione al campus di Fondazione Edoardo Garrone nacque la pagina Facebook «Glori: the place to Be», che ottenne un successo immediato. «Centinaia di persone ci hanno scritto: volevano venire a conoscere, ad abitare. Abbiamo fatto da filtro, ma tanti giovani sono arrivati davvero e in pochi anni sono nati 5 bambini. Quando i titolari hanno chiuso l’agriturismo, una coppia che si è trasferita da Milano ha aperto il locale come bar-ristorante, ciò che serviva in paese. Adesso sono arrivati due ragazzi friulani, a cui ho prestato dei terreni per iniziare a coltivare» racconta Federico.

«Di spazio – aggiunge – non ce n’è più tanto». Molte case sono aperte poche settimane all’anno da turisti stranieri che le hanno acquistate negli anni Settanta o Ottanta. La ricchezza, in ogni caso, è data da una comunità mista: anziani autoctoni, migranti, giovani che arrivano da tutta Italia. Oggi «Glori: the place to Be» è un’associazione, di cui Federico è vice-presidente.

Glori the place to be

L’associazione che riunisce vecchi e nuovi residenti del borgo di Glori, una frazione del Comune di Molini di Triora (IM), è nata dalla volontà di accompagnare il processo di ripopolamento del territorio. Nel 2020 è stata insignita del premio Legambiente «Voler bene all’Italia», legato all’iniziativa dell’associazione che da vent’anni da voce all’Italia dei piccoli comuni. Insieme ad altre nove realtà, è stato riconosciuto l’impegno di «Glori: the place to Be» «per sottrarre i territori alla marginalità». L’associazione – di cui Federico Guadalupi è vice-presidente – è considerata tra le realtà che non si arrendono nell’Italia dei piccoli comuni segnata dall’emergenza coronavirus.

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