BIODIVERSAMENTE
NOME: Federico Guadalupi
AZIENDA: Biodiversamente
INDIRIZZO: Loc. Glori Superiore, Montalto Carpasio (Imperia)
SITO WEB: biodiversamente.eu
MAIL: infobiodiversamente@gmail.com
CAMPUS: ReStartAlp 2017
Data di pubblicazione: 28 giugno 2021
La vera ricchezza di Glori è una comunità mista, che comprende gli anziani originari della Valle Argentina, i migranti e i giovani che arrivano da tutta Italia. Per chi fa agricoltura, questo è un territorio difficile e verticale, ma integro. Qui nelle Alpi liguri la lavanda è endemica, cresce selvatica in montagna: per questo ho scelto di coltivarla “
Federico Guadalupi
La strada s’inerpica verso Glori Superiore (IM). Federico inserisce le ridotte al fuoristrada. Siamo ad appena venti chilometri dal lungomare di Arma di Taggia (IM), ma vista da questo piccolo borgo, che guarda dall’alto la valle formata dal torrente Argentina, la costa ligure sembra tutto un altro mondo. «A Glori la strada è arrivata solo negli anni Sessanta. Siamo in un’area storicamente povera dov’è difficile coltivare, che viveva di un’economia di sussistenza: nelle frazioni superiori le viti per fare il vino, i castagni sui pendii scoscesi, l’ulivo su quelli esposti a Sud. Tutto è terrazzato, fino ai pascoli. Il territorio è integro, come dimostra il sistema di irrigazione che abbiamo ereditato, che vede dei pozzi nel torrente, che è talmente pulito che dentro si trovano ancora tritoni e gamberi di fiume» racconta Federico Guadalupi. Nel 2018 ha piantato lavanda su alcune terrazze strappate a 70 anni di abbandono. Qui c’è la sede della sua azienda agricola, «Biodiversamente». «I miei terreni si raggiungono solo a piedi» spiega camminando lungo il sentiero, la vecchia traccia che univa Glori alle borgate alte come quella di Glori Superiore, un gruppetto di case a quasi 700 metri sul livello del mare. «Non è nemmeno una mulattiera» aggiunge.
Federico – che è nato e cresciuto ad Imperia e ha lasciato la sua città per studiare Psicologia all’Università di Torino, tornando dopo la laurea – è arrivato quassù per la prima volta con un amico. «Luca e io stavamo cercando un borgo abbandonato per un progetto di comunità, esplorando la zona di Ormea, nel cuneese. Lui è originario di Taggia e ci ha portato a scoprire la Valle Argentina. Siamo capitati per caso in questo paese, Glori, ma abbiamo capito subito che era diverso da tutti gli altri. Qui l’immigrazione dall’estero ha annullato le “maglie del pensiero ligure”, quello che fa sì che sia difficile vedere un’apertura a chi viene da fuori. C’era nell’aria qualcosa che ci piaceva».