ACATÙ

In piazza a Monzuno all’ora di pranzo c’è un sacco di gente. Sono viandanti in pausa pranzo. Quando riprendono il cammino, sfilano uno dopo l’altro, in gruppo o da soli, davanti alla sterrata che porta ad Acatù: la via degli Dei passa qui davanti, subito fuori dal centro del paese, per poi ributtarsi nel bosco a un chilometro dal rifugio, dopo aver lambito il campo sportivo.

Cinque anni fa, dopo essere rientrata in Italia dal Cammino di Santiago, cioè il pellegrinaggio fino alla cattedrale di Santiago di Compostela, in Galizia, Lilith ha iniziato ad esplorare il territorio e i cammini italiani, verificando l’assenza – in molti casi – di un’ospitalità semplice e alla portata di tutti, all’interno di spazi che offrissero ristoro ma anche la possibilità di condividere la propria esperienza in cammino. Qualcosa che garantisse la costruzione di un clima di fratellanza. Il seme era gettato. Quando ha conosciuto Nico e si è trasferita in Emilia, in realtà era in procinto di partire per l’India, per lavorare nella cooperazione internazionale dopo aver frequentato un master. «Nel momento che stavo vivendo, non ero molto convinta» dice. Il Covid-19 e la pubblicazione del bando per partecipare al campus ReStartApp di Fondazione Edoardo Garrone hanno fatto il resto: «Parlavamo del fatto che ci sarebbe piaciuto aprire un rifugio, ma difficilmente avremmo concretizzato l’idea. Senza l’emergenza legata alla pandemia non so se oggi ci sarebbe Acatù».

Lilith e Nicola scrivono il loro progetto per ReStartApp pensando di portarlo a Casa Sant’Anna, una cascina situata a Pontecchio Marconi (BO) nella quale da due anni l’associazione Mangialafoglia, in collaborazione con Angsa Bologna, porta avanti attività rivolte ad adolescenti e adulti affetti da disturbo dello spettro autistico. Nicola, che è un educatore (e anche un apprezzato artista reggae, col nome d’arte di Nico Royale) è uno degli animatori di quell’esperienza. «Abbiamo capito in corso d’opera, confrontandoci con l’equipe di Casa Sant’Anna, che era opportuno trovare uno spazio diverso per il rifugio ed è così che siamo arrivati a Monzuno. E poi Pontecchio Marconi non è lungo la via degli Dei, i viandanti avrebbero dovuto fare una deviazione per raggiungerci» spiega Lilith. Al termine del campus il suo progetto è stato premiato con un servizio di consulenza gratuita.

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