LAMANTERA

Tra il sogno premonitore, il trasferimento in Abruzzo e la tosatura della primavera 2022 c’è stato il campus ReStartApp, al quale Benedetta ha partecipato nel 2020. Alla fine del percorso di formazione residenziale e gratuito per giovani aspiranti imprenditori dell’Appennino di Fondazione Edoardo Garrone (FEG) il suo progetto è risultato il secondo classificato e si è aggiudicato un premio di 20mila euro. «Partecipare al campus mi ha fatto sentire meno sola nella mia “follia” di lasciare un posto fisso a tempo indeterminato» racconta.

È stata Manuela Cozzi a segnalare a Benedetta la pubblicazione del bando FEG. Si è iscritta, racconta, «per fare un favore a lei, che mi stava supportando per avviare questo progetto». Del resto anche il suo marchio, Lamantera, riprende il nome di un progetto avviato ad Anversa degli Abruzzi dalla cooperativa ASCA alla fine degli anni Novanta, La Mantera, che puntava a coinvolgere anche altri allevatori e pastori per recuperare la lana e avviare una filiera tutta abruzzese. «Non è andato in porto, mancava una visione che nessuno, oltre a Nunzio e Manuela, aveva» sottolinea Benedetta.
Il nome richiama l’antica arte di lavorazione della lana. Nel patrimonio aquilano rammenta la produzione del panno pastore, «mantella di lana cotta», impermeabile al caldo e al freddo. La Mantera è anche la tradizionale gonna delle donne delle valli di Scanno (AQ), un borgo arrampicato a mille metri sul livello del mare, a una trentina di chilometri da Anversa degli Abruzzi.

Rispetto a quel progetto iniziale, oggi uno dei valori aggiunti legati alla presenza di Benedetta è rappresentato da uno straordinario lavoro di ricerca per selezionare in tutta Italia alcuni tra i migliori laboratori artigiani a cui conferire e far lavorare la lana della Porta dei Parchi. Per passare dai velli sporchi e grassi di lanolina al prodotto confezionato bisogna lavarla, cardarla (si chiama così la pettinatura del fiocco), filarla, quindi viene realizzata la tela dritta (monocolore o con disegni geometrici) o un tessuto jacquard, che presenta disegni molto complessi intrecciando i colori direttamente sul telaio. Nel racconto di Benedetta la lana raccolta con la tosatura 2022 farà un giro d’Italia, toccando Biella, Genova e la provincia di Treviso. «La resa media attesa è del 30-40%», spiega. Per ogni chilo di lana sucida ricaverà 400 grammi di filato da usare per la prima collezione firmata Lamantera, in vista dell’inverno 2022-2023. «Ho intenzione di realizzare dei capi di piccola maglieria, come i calzini, ma anche scialli e mantelli» racconta Benedetta. Che dimostra di aver compreso a fondo l’importanza di fare rete tra i giovani imprenditori dell’Appennino: i primi campioni di lana sono stati colorati nel laboratorio di Sandra Quarantini di ColorOff («il blu notte è campeggio, quel rosso mattone invece robbia») e adesso ha preso contatto con ètico – sartoria marchigiana, la micro-azienda di moda consapevole e sostenibile di Martina Baldassarri prima classificata a pari merito al campus ReStartApp 2021. «Insieme ci piacerebbe sviluppare una linea di maglieria» conclude Benedetta.

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