AGRIVELLO

Nei tre anni di ricerca della formula giusta per il suo pellet, Chiara ha infatti acquisito le competenze necessarie a rendere più sostenibile il suo progetto. Nell’aprile del 2019, ad esempio, ha seguito un corso intensivo di tosatura in Inghilterra, con la British Wool, che è la più grande organizzazione inglese di raccolta e trasformazione della lana. «È stato un passaggio forzato, nel senso che quando ho iniziato a creare intorno ad Agrivello una rete di aziende agricole interessate a conferire la lana, molti mi hanno detto di avere un problema, quello di non poter tosare in autonomia le loro pecore» spiega Chiara.

Dopo il corso, ha iniziato a lavorare con piccoli e piccolissimi allevatori, che in Friuli sono la maggioranza. Molte sono fattorie didattiche che hanno appena 2 o 3 animali, che aiutano a tenere puliti giardini e frutteti. «Oggi invece le aziende della mia filiera sono una cinquantina, in tutto il Friuli. Per tutte faccio un doppio servizio, dato che sono autorizzata anche a portar via la lana». Al taglio del vello, che va ripetuto ogni anno ed è considerato una misura del benessere animale, s’accompagna anche il controllo della salute delle pecore: «Mi occupo della mascalcia, cioè della ferratura degli zoccoli, e taglio gli unghioni, per prevenire infezioni ai piedi degli animali» sottolinea.

Il costo del servizio è di 5 euro a capo. «Vado a recuperare direttamente tutta la lana che poi trasformo, anche perché devo controllarla: se le pecore sono tenute in mezzo al letame, ad esempio, io non riesco a trasformarla, perché prima di diventare pellet deve essere tritata. Inoltre, dev’essere la lana di un anno, non vecchia».

Ogni 2 pecore si ricava un sacco di lana, circa 10 chili. Adesso il suo obiettivo è quello di formare altri tosatori, una rete di 3 o 4 persone che l’aiutino, con l’obiettivo di dare una risposta a tutti. A inizio maggio ha organizzato un corso con i tosatori inglesi della British Wool, per alcune delle sue collaboratrici. «Se una settimana diluvia, non si può tosare. Se a settembre inizia il freddo, poi, non si tosa più, perché gli animali sarebbero esposti al rischio di beccarsi polmoniti o bronchiti. La tosatura, però, è importante: se un animale non viene tosato, il proprietario è passibile di una multa, anche se tutti sanno qual è il problema con lo smaltimento della lana».

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