CONTROVENTO

Siamo al centro degli scavi archeologici che Giose, in passato, ha contribuito a rendere accessibili, occupandosi della loro manutenzione: questo giovane uomo abruzzese, che ha partecipato nel 2015 al campus ReStartApp di Fondazione Edoardo Garrone con il suo progetto per promuovere il volo in parapendio in Centro Italia, ha infatti una Laurea in Conservazione dei beni culturali e ha lavorato anche come Archeologo libero professionista. Ecco perché per raccontare la sua storia d’amore con il volo libero ci siamo incontrati Alba Fucens, perché «qui è nata mia madre e ho passato parte dell’infanzia e dell’adolescenza nella casa dei nonni materni, ad Albe, il paese sorto come borgo medievale intorno all’antico municipio romano» spiega Giose. È nato nel 1981 ad Avezzano (Aq): trecento metri più in basso, è la città più importante della piana del Fúcino, quella che si abbraccia con lo sguardo affacciandosi dall’anfiteatro di Alba Fucens, splendidamente conservato. È anche la terra mutata per sempre dal terremoto della Marsica, che nel gennaio del 1915 distrusse anche il castello di Albe, uccidendo trentamila persone: un’eredità ancora viva nel territorio e nelle parole di chi ci è nato in quest’area, che fino all’Ottocento era occupata da un lago, oggi prosciugato e trasformato in una pianura coltivata.

La si attraversa tutta per arrivare a Gioia dei Marsi (Aq), alle porte del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Imbocchiamo la Ss83 Marsicana e dopo chilometri di tornanti imbocchiamo una strada sterrata, fino ad arrivare su un pianoro in montagna, leggermente in pendenza. Dall’alto lo sguardo abbraccia il territorio fino ad Avezzano, al Velino e al vicino Monte Magnola. Giose continua a raccontare parlando con voce calma anche mentre monta il parapendio e prepara al salto la persona che volerà con lui: il punto d’uscita della sua passione per il volo infatti è Controvento, una realtà nata nel 2016 come associazione sportiva dilettantistica per far provare a tutti il volo, utilizzando parapendii biposto. «Da solo non volo più, mi annoio. Il bello è che arrivino persone che magari non hanno mai provato un’emozione del genere, amo prepararle e poi “saltare” con loro». Sul sito dell’associazione si parla del battesimo del volo, «un momento molto intenso, caratterizzato da un incontenibile desiderio di libertà e dal timore naturale di una sensazione ancora sconosciuta. Volare in parapendio è come navigare in mare aperto. La vela sarà la nostra barca e le correnti d’aria le onde per surfare sul vento».

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