ESSENZIALE COME NATURA
Nell’Appennino centrale Ivan ed Elisabetta non si sono mai comportati come turisti del fine settimana. Sono, da sempre, parte attiva di una comunità che cerca di contrastare lo spopolamento realizzando progetti partecipati di rigenerazione urbana e sociale. Ci presentano Luca Santilli, che a 37 anni è sindaco da sei mesi. Insieme, visitiamo il monastero di Santa Chiara e il suo splendido chiostro, un edificio del XIII secolo che a lungo ha ospitato un monastero delle Clarisse. «Abbiamo avviato un percorso di progettazione partecipata coinvolgendo la cittadinanza e architetti e antropologi di diverse realtà, dal Politecnico di Torino all’Università della Valle d’Aosta» racconta il sindacoLo spazio ospita già un’area museale, il Museo dell’Orso, un ristorante (era la mensa del Corpo forestale dello Stato) e nelle vecchie celle ci sono 70 posti letto. «Nel chiostro possono trovare spazio botteghe artigiane e spazi di lavoro condivisi. È un progetto molto impegnativo, ma ci proveremo. Le Clarisse ci hanno anche lasciato una importante tradizione culinaria da valorizzare. In particolare, c’è un piatto che si cucina solo qui, il J’Entremè, una pietanza a base di coratella di agnello, sedano, peperoni e aceto» sottolinea.
Per 11 anni, l’ex convento ha ospitato ogni estate 60 studenti delle Università di Detroit, Pescara e L’Aquila, nell’ambito di un progetto di scambio interculturale. Esperienza interrotta dal Covid. «Se non avessimo fatto lavori di ristrutturazione negli anni Novanta la struttura sarebbe crollata col terremoto del 2009» spiega il sindaco.
J’Entremè
Nel chiostro dell’ex convengo delle Clarisse a Gagliano Aterno è parcheggiato un Apecar. Per tutti i fine settimana dell’estate 2021, a partire dal primo giugno, sfornerà panini virtuosi usando materie prime del territorio. Il progetto di «Comè. Il panino virtuoso» – al quale collabora come fornitore anche Essenziale come Natura – nasce in particolare per valorizzare una dei piatti della tradizione di Gagliano Aterno, lo J’Entremè: una pietanza, nata all’interno del monastero di Santa Chiara, a base di coratella di agnello, sedano e peperoni cotti nell’aceto. Dal 2007 al 2018 il paese ha organizzato e ospitato in continuità una sagra in onore di questa pietanza storica che oggi rivive nello street food, grazie allo sforzo di Giovanna Corsini (24enne) e Stefano Sacerdoti (47enne), che hanno deciso di organizzarsi e investire su un truckfood dopo aver fatto scouting sul territorio per selezionare fornitori di qualità.
Oggi Gagliano Aterno ospita una delle missioni di ricerca e azione di Montagne in Movimento, gruppo nato in seno al Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino che si occupa di antropologia pubblica in comunità di montagna su tutto il territorio italiano. Quando raggiungiamo Elisabetta per raccogliere la sua storia è in corso una «giornata ecologica» che vede impegnate decine di persone. Partecipiamo a un pranzo di comunità, tavolate sotto gli alberi di fianco all’ex convento e a due passi dall’unico bar aperto, il circolo gestito da un’associazione del territorio.