TULARÙ
Wwoof
Wwoof è l’acronimo di World-Wide Opportunities on Organic Farms, movimento mondiale che mette in relazione volontari e progetti rurali naturali, promuovendo esperienze educative e culturali basate sullo scambio e senza scopo di lucro. I wwoofers prestano il proprio lavoro in cambio di vitto e alloggio.
Wwoof Italia è un’associazione di promozione sociale nata nel 1999, che mette in rete realtà agricole disseminate in tutto il Paese. Sono oltre 750 le realtà agricole (host) che mettono a disposizione le proprie strutture per la condivisione di esperienze produttive e culturali in ambito agricolo naturale con i soci viaggiatori (wwoofers). «Ogni contesto, unico e autonomo, ha necessità e offre opportunità differenti (lavori agricoli, allevamento di animali, aiuto in famiglia, piccole manutenzioni), ogni viaggiatore ha motivazioni e curiosità personali (scoperta di altri stili di vita e ambienti culturali, esplorazione di luoghi, apprendimento di nuove abilità)» spiega il sito dell’associazione .
La consulenza agronomica è affidata a Matteo Mancini, che lavora per l’organizzazione non governativa Deafal e applica il modello dell’ Agricoltura organica e rigenerativa (AOR), e lo strumento del Pascolamento razionale. «La vera vocazione di quest’area è l’allevamento, e così abbiamo deciso di incrementare la mandria che già c’era, e che era diventata praticamente padrona di questa montagna. Oggi gli animali sono una ventina» racconta Miguel.
AOR e Pascolamento razionale
L’Agricoltura organica e rigenerativa (AOR) è una disciplina teorico-pratica, un modello agricolo in continua evoluzione e non dogmatico, il cui obiettivo è aiutare le aziende agricole ad abbassare i costi d’esercizio attraverso il recupero della fertilità dei suoli, esaltando il potenziale nutritivo del terreno intervenendo per migliorare le sue componenti organiche, minerali e microbiologiche. Gli slogan con cui la Ong Deafal promuove l’AOR sono Oltre il biologico e
Rigenerare i suoli per rigenerare le società.
«Quando Miguel e Alessandra sono arrivati a Tularù il primo lavoro è stato un rilievo di tutte le parcelle e di tutte le risorse, in particolare dell’acqua. Abbiamo fatto un rilievo topografico, e quindi prodotto una cartografia aziendale, questo è servito per la pianificazione dei pascoli, che è la vocazione molto chiara di questo posto» racconta l’agronomo di Deafal Matteo Mancini.