COLOROFF

Il campo di cui parla, a poche centinaia di metri dal centro storico, misura due ettari e mezzo di terra. Nell’autunno del 2018 Sandra ha seminato reseda su un ettaro, il ciclo della pianta è piuttosto lungo, dura sei mesi, dopo il taglio che avviene tra la fine di aprile e il mese di maggio, c’è l’essiccazione e infine lo stoccaggio per il quale ColorOff ha a disposizione un fienile fuori dal paese.
Ogni anno, la Quarantini tiene per sé alcuni semi che serviranno per il raccolto successivo. «Negli ultimi tre anni il mercato delle piante tintorie si è sviluppato molto. La reseda è richiesta, piace, soprattutto perché dà un bel giallo intenso e deciso» – dice.

Dopo tre anni, la produzione è ancora in fase sperimentale. Sono tante le domande a cui Sandra, abituata alla ricerca in laboratorio, cerca ancora risposta: “Come affrontare le infestanti senza far ricorso a diserbanti chimici? Qual è il metodo migliore per la raccolta? L’unica macchina che può farlo è prodotta a Singapore e costa molto. Come si possono meccanizzare alcuni processi che oggi vengono svolti a mano?».
Attualmente per l’azienda la parte agricola, ovvero la coltivazione, la trasformazione e la commercializzazione della reseda, rappresenta la principale fonte di reddito. Nel laboratorio di ColorOff la reseda viene utilizzata con un taglio grossolano, ma si vende ai privati nel formato che viene definito taglio a tisana. I macchinari che trasformano un taglio grossolano in uno a tisana hanno costi altissimi, per questo motivo Sandra fa macinare la pianta a terzi, in particolare alle aziende associate alla FIPPO, realtà con cui è venuta a contatto, per la prima volta, durante il campus ReStartApp.

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