BUTÉGA VALTELLINA

Butéga Valtellina rappresenta un nuovo modello di distribuzione e nasce – spiega ancora Giorgio – «per dare nuova linfa alla comunità in cui vivo». Butéga, termine dialettale, è inteso come negozio artigianale di piccole dimensioni che spesso è anche sinonimo di qualità, di genuinità e di autenticità dei prodotti offerti. «Il payoff di Butéga Valtellina: Unici non Tipici, l’’abbiamo scelto perché ritornava spesso nei confronti e negli incontri con i produttori agricoli. In Italia si parla tanto di tipicità, ma questo termine non rispecchia quello che, nelle nostre piccole realtà e nelle nostre comunità, intendiamo come prodotto tipico. Il modo di coltivare di una certa famiglia, le specificità locali o le ricette tramandate nelle case sono ciò che noi definiamo unico» sottolinea Giorgio.

 

Ricette tramandate nelle case

Tra gli amici di Butéga Valtellina c’è l’Associazione di Promozione Sociale AlpLab, che sta realizzando il progetto Comunità che nutrono. Si occupano di ricercare, studiare e valorizzare i prodotti e le preparazioni di nicchia della cultura valtellinese. I soci di AlpLab sono andati alla ricerca di antiche ricette, incontrando chi ne custodisce la tradizione e filmandolo (sul canale YouTube del progetto sono presenti le ricette). Dopo aver individuato una dozzina di preparazioni, AlpLab sta lavorando per svilupparne strategie di rilancio commerciale, packaging con design innovativi e adatti all’attuale mercato. Tra i prodotti unici: il mac di Berbenno, purea di patate, verdure di stagione e formaggio; il bungiu di Mello, pane dolce con frutta secca; i cornàt di Sondalo, piccole focacce dolci; i fughiascin di Gordona, piccoli pezzi di focaccia lievitata e fritta e il furmagin da cion di Poschiavo, pasticcio di carne di maiale speziata.

 

«I produttori con i quali lavoriamo non esistono sul mercato, noi stessi che abitiamo e viviamo in Valtellina, senza un grosso lavoro di analisi e selezione, non saremmo entrati in contatto con loro. Chi cerca solo un assortimento di prodotti etichettati come tipici, finisce spesso per accettare un prodotto che ha solo qualcosa di locale, mentre noi proponiamo ricette tramandate di famiglia in famiglia e processi produttivi rigorosi nel rispetto della natura e della biodiversità». La butéga per i tre soci rappresenta l’alternativa alla grande distribuzione organizzata (GDO), volumi contingentati e attenzione rigorosa alla qualità del prodotto.

La Butèga di Giorgio Gobetti e soci – costituita formalmente nell’agosto del 2018 – oggi collabora con circa 15 partner tra agricoltori e piccoli trasformatori. «Si trovano tutti tra Sondrio e Bormio, località dell’Alta Valtellina distanti fra loro 60 chilometri. Ci sono realtà strutturate, ma anche aziende appena nate, che stiamo accompagnando trasferendo loro le competenze che abbiamo ricevuto durante il campus ReStartAlp». Il paniere di Butéga Valtellina oggi contiene formaggi d’alpeggio, patate, piccoli frutti, cereali, miele, zafferano, erbe officinali e aromatiche, salumi, carni, vino, birre e sidro di mele.

 

Paniere

«Su tutti i prodotti sarà sempre ben visibile il nome e l’indicazione del produttore, la sua identità è il valore del prodotto» spiega Giorgio Gobetti. Quando il processo di trasformazione avviene nel laboratorio di Butéga Valtellina ci sarà anche il logo della società come indicazione di qualità e di adesione ad un «manifesto», una sorta di carta etica in corso di redazione.

«Il nostro marchio sarà presente anche su quei prodotti che vedono un nostro contributo reale, ad esempio il vino per cui abbiamo curato il packaging» spiega Gobetti.

iata.

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