ALBA
All’interno di Alba, Nicola e Michela svolgono mansioni definite e complementari. Lei si occupa di tutta la parte amministrativa e delle relazioni con acquirenti e fornitori. Lui, che è anche agrotecnico, è il casaro e, oltre a ciò, supervisiona tutta la parte produttiva. «All’inizio allevavamo anche specie ovine e caprine per il latte, ma siamo stati costretti a vendere perché abbiamo avuto problemi con il pastore e non avevamo esperienza diretta. Oggi acquistiamo il latte da un produttore che ha 300 capi e produce solo per noi. Si chiama Antonio e, a differenza nostra, lui correva il rischio di dover vendere gli animali perché non aveva nessuno a cui conferire il latte.» riassume Michela.
I prodotti di Alba vengono distribuiti tramite rivenditori e ristoratori del territorio. «Lavoriamo anche fuori Regione perché il nostro caseificio, per quanto piccolo, ha il bollo CE che permette di commercializzare in tutta Italia e di partecipare ad aventi nazionali come il Cheese di Bra (CN) o il Salone del gusto di Torino» racconta Michela.
Bollo CE
«Chi ha un caseificio aziendale, dopo la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), può vendere il prodotto, ma solo all’interno della sua provincia e di quelle limitrofe. Fin da subito noi abbiamo presentato richiesta per ottenere il bollo CE che permette di commercializzare il prodotto ovunque. Un vero successo dato che trasformiamo solo latte crudo, facendo formaggi a pasta cruda da animali allevati al pascolo. Siamo riusciti a dimostrare che l’autorizzazione è possibile anche per realtà come le nostre» racconta Michela.
Per ottenere il riconoscimento, sulla base di due direttive della Commissione Europea del 1992 e 1993 recepite in Italia nel 1997, è necessario che i locali rispettino stringenti e precisi requisiti.
L’emergenza Covid-19 ha bloccato le attività aziendali: «Abbiamo così colto la necessità per riorganizzare il nostro modello di distribuzione rivolto ai clienti diretti» spiega Michela.
Per farlo la giovane imprenditrice ha rispolverato un marchio, che aveva creato nel 2015, legato al progetto elaborato per partecipare al campus ReStartApp: Alternaturae. «Abbiamo avviato una distribuzione di prodotti locali valorizzando una rete, Slow Food Galdina, che avevamo creato non appena mi sono trasferita in Molise».
Grazie alla collaborazione con il fratello di Nicola, che a Campobasso si occupa di distribuzione in ambito sanitario, Alternaturae ha iniziato a operare come distributore ad aprile (2020 ndr) in Molise, ma l’obiettivo è quello di estendere la vendita a tutto il territorio nazionale.