FUTURE IS NATURE

L’esperienza di Future is Nature è iniziata nell’estate del 2019, a pochi mesi dall’assegnazione del premio startup di ReStartAlp. Anche per questa seconda stagione, il cui avvio è stato reso più difficile dall’emergenza sanitaria, i due giovani di Piasco sono inquadrati come collaboratori: Francesco, però, immagina dal prossimo anno di aprire una società, nella quale Fulvio e Lorenzo saranno i suoi soci. Il progetto, infatti, è strutturato per andare a regime nel medio-lungo termine: «Ci aspettano quattro o cinque anni di lavoro per mettere insieme tutti i tasselli» spiega.

I tasselli principali, parafrasando le parole di Francesco, riguardano l’ospitalità e le attività ludiche, con la creazione di eventi capaci di integrare i due ambiti a cui è vocata l’area che Future is Nature potrà gestire fino al 2031. «Il complesso è nato nei primi anni Novanta, con un ristorante e un campeggio – ci spiega Francesco – È di proprietà del Comune, che ce lo ha dato in affitto, con un contratto di sei anni più sei. Quando siamo entrati, l’area campeggio era chiusa dal 2011».

Un ristorante e un campeggio

Future is Nature offre agli ospiti un servizio barbecue, e la possibilità di usare il camping come area picnic. All’ingresso del complesso, però, c’è anche un ristorante, aperto nel fine settimana (in estate dal giovedì): Il Barbamatto è gestito da una famiglia di Sala Biellese, che nella frazione di Bornasco gestisce anche una taverna. «È una collaborazione che funziona – spiega Francesco Trovò – Fino al 2011 campeggio e ristorante sono sempre stati gestiti dallo stesso soggetto, ma senza fortuna.

Scendiamo lungo lo sterrato che conduce dall’ingresso, dov’è la reception, al camping. Francesco mostra i lavori fatti durante l’emergenza, un tempo sospeso che ha usato per ristrutturare l’area che ospita wc, docce e lavanderia. La proprietà è di due ettari e mezzo. Ci sono delle vecchie roulotte, che presto saranno ristrutturate, e diventeranno alloggi a tema. «È una settimana che piove ininterrottamente, per questo trovi l’erba un po’ alta» si schernisce Francesco. Anche strade e sentieri all’interno del campeggio sono inerbiti, difficile distinguerli. C’è anche un’area ristoro, con griglie, tavoli e panche in cemento, ad uso degli utenti. Alcune case mobili. L’area destinata a chi arriva con le proprie tende (una piazzola per due persone costa 15 euro a notte, prezzi popolari) e quella dove possono sostare i camper. C’è anche un baretto, ricavato all’interno di una vecchia centrale antincendio, utilizzando materiali di recupero: «Questo racconta un po’ la nostra filosofia: il 90% di ciò che abbiamo per ristrutturare tutto il campo è recuperato nelle cantine o nelle mansarde. Trovo che questo esercizio, la ricerca e l’utilizzo di materiali di seconda mano, obblighi le persone ad utilizzare un sacco di energie mentali in più» afferma Francesco. Per il momento il bar viene usato come reception in bassa stagione, e per offrire le colazioni.  

Torna alla pagina 2 di 6

Vai a pagina 4 di 6