CARATTERI FUSI – L’A

L’obiettivo pop del lavoro di elleapostrofoa è comunicare una città di provincia come se fosse una metropoli, a partire dalle sue peculiarità. «Alle medie ho comprato un disco dei Doors, “L.A. Woman”, e mi sono detto “quando sarò grande pubblicherò “L’A. Quatrana”, ragazza in dialetto, ma non l’ho mai fatto, perché non ho doti canore né doti musicali. Ma l’idea evidentemente aveva sedimentato».

Oggi i gadget a marchio L’A sono una settantina. Molti giocano col dialetto. Nelle librerie della città, ad esempio, uno dei regali più gettonati per il Natale 2020 è stato «Ju principe zicu», una trasposizione in dialetto aquilano del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. Il dialetto, però, non è solo un gioco: una linguista, Teresa Giammaria, ha studiato l’esperienza di L’A come esempio di rivalutazione del dialetto, citando il lavoro di Antonio in un paper (uscito all’interno del libro Dialetto e società, a cura della professoressa Gianna Marcato, pubblicato nel 2018 dal CLEUP – Università di Padova) dedicato all’uso ironico della lingua locale come strumento attraverso il quale i giovani aquilani riscoprono la tradizione. «Teniamo un laboratorio in quattro incontri presso una scuola media della città, in collaborazione con gli insegnanti di arte, lettere e musica. Quest’anno sarebbe dovuto partire anche al Liceo Classico, ma il Covid ci ha per il momento frenati» racconta Antonio.

Il lavoro di elleapostrofoa non usa registro definito: il calendario che racconta la città è ironico (al mese di febbraio l’invito a salvare la Terra perché è l’unico Pianeta con gli arrosticini) e così anche il testo di I love JU, libro dedicato al dialetto aquilano. Si tratta di una raccolta di schede che, in modo sintetico e divertente, descrive e illustra alcune regole grammaticali della nostra lingua, che si apre con una prefazione di due linguisti, Teresa Giammaria e il professor Francesco Avolio. E anche se i primi rivenditori delle t-shirt sono stati i pub della città, oggi i gadget trovano spazio all’interno dell’ufficio informazioni turistica, aperto dal Comune circa un anno e mezzo fa nei pressi della Fontana Luminosa.

Prefazione

Scrivono Avolio e Giammaria nella prefazione al libro I love JU, l’Abc illustrato della grammatica aquilana: «Notevole è il valore di questo snello, ma denso volume agli occhi del dialettologo, per diversi ordini di motivi. Negli ultimi anni, il dibattito scientifico ha portato alla luce non la sempre proclamata “morte dei dialetti”, ma, al contrario, la loro costante e mutevole presenza all’interno del repertorio linguistico degli italiani, anche di quello giovanile, nel quale, anzi, essi vengono adoperati perfino nelle nuove forme di comunicazione, soprattutto in rete […]. L’esperienza di L’A era già da qualche anno venuta a configurarsi tra gli studiosi come paradigmatica all’interno del panorama nazionale, in quanto efficace campione dimostrativo dei nuovi usi e della nuova funzione che ha ormai assunto il dialetto nel repertorio degli italiani, in particolare dei più giovani. Fin in dalla nascita dello spazio in rete, il codice dialettale è stato individuato come privilegiato, perché più efficace nell’esprimere quei sentimenti di appartenenza e di identità, di cui gli aquilani avevano necessario bisogno dopo la catastrofe del 2009».

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