ECO HUB DESIGN
Il concetto di casa passiva in bioedilizia di cui parla Chiara – che è anche consulente Casa Clima – è quello di un’abitazione realizzata o ristrutturata secondo uno standard edilizio a basso consumo energetico e con materiali naturali. La ricerca di salubrità, benessere e qualità ambientale è a tutto tondo: «Abbiamo scelto questo versante (quello orobico, anche se d’inverno è poco irradiato dalla luce del sole, ndr) perché sull’altro ci sono vigneti e meleti e a causa dei trattamenti c’è un inquinamento significativo» racconta Chiara. «Non mi sono spostata dalla Brianza per venire qui e peggiorare la mia situazione» aggiunge.
Casa clima
«Lavorando per EdilCasa mi sono avvicinata al mondo Casa Clima, che rappresenta un protocollo di qualità del costruito, non solo a livello energetico: lo standard verifica se l’edificio “funziona”, cioè va a stabilire se gli investimenti realizzati nel costruire permettano di raggiungere davvero elevati standard di riduzione dei consumi». Il consumo di energia più basso è garantito da una CasaClima Oro, che richiede 10 KiloWattora per metro quadro l’anno, il che si può garantire, in pratica, anche in assenza di un sistema di riscaldamento attivo. La CasaClima Oro è anche detta “casa da un litro”, perché per ogni metro quadro necessità di un litro di gasolio o di un m³ di gas l’anno. Per diventare consulente Casa Clima (che è un ente strumentale della Provincia autonoma di Bolzano), Chiara ha seguito un corso di un anno mentre lavorava nel biellese.
Anche se la sua famiglia è originaria della Valtellina lei è cresciuta tra Milano e la Brianza e poi ha studiato nella sede lecchese del Politecnico. Nata nel 1988, si è laureata nel 2015.
«Ho scelto il percorso di studi di ingegneria edile-architettura perché parlava di sostenibilità ambientale e a me interessava quello: progettare edifici che consumassero sempre meno. Nel mio corso di studi mi hanno insegnato a costruire edifici che consumassero quasi zero, ma con materiali convenzionali E mi sono specializzata in “costruzioni a secco”, cioè senza l’utilizzo di acqua e cemento. Ho imparato ad utilizzare acciaio, polistirolo e lana di roccia ma nessuno mi ha invitato a sperimentare materiali naturali, come legno, paglia e canapa» spiega Chiara.
La svolta è arrivata a 300 chilometri da casa, nel biellese. «Lì ho visto nascere la filiera del legno “Si parte dal bosco”. Lavoravo in uno studio di progettazione che collabora con EdilCasa Biella, la cooperativa che ha fondato la rete a cavallo tra biellese e Canavese, coinvolgendo una realtà attiva nella gestione del bosco e una segheria» racconta.