CARATTERI FUSI – L’A

NOME: Antonio Fruci
AZIENDA:  Caratteri Fusi – elleapostrofoa
INDIRIZZO:  S.S. 80, n. 8, L’Aquila (AQ)
SITO WEB:  caratterifusi.it
MAIL:  info@caratterifusi.it
CAMPUS: ReStartApp 2015

L’obiettivo pop del lavoro di L’A è comunicare una città di provincia come se fosse una metropoli, a partire dalle sue peculiarità: il dialetto ma anche le ricette o le tradizioni locali possono diventare uno strumento per creare comunità. A L’Aquila dopo il terremoto questo è stato davvero sentito”

Antonio Fruci

«A un mese dal terremoto, mi ero stancato di vedere telegiornali e leggere articoli in cui la mia città veniva chiamata “Aquila”, per questo ho stampato, solo per me, la prima t-shirt» racconta Antonio Fruci. Era maggio del 2009 e nella notte tra il 5 e il 6 aprile un terremoto aveva distrutto L’Aquila, la sua città, facendo 309 morti e lasciando migliaia di famiglie senza casa. La maglietta – gialla, con serigrafate una l, un apostrofo e una a, il brand «L’A» – oggi è appesa a una parete nella sede di Caratteri Fusi, l’impresa di comunicazione e marketing territoriale che Antonio ha avviato dopo aver vinto il primo premio a ReStartApp 2015.

L’avventura di L’A (si legge elleapostrofoa) è iniziata per gioco ai tempi del terremoto, col centro storico interdetto in quanto zona rossa e gli amici dispersi nei quartieri del Progetto C.A.S.E.: «Quella era solo la mia maglietta, ma due amici mi hanno visto quando la indossavo e chiesto di stamparla uguale anche per loro. Dopo due giorni sono stati dei loro amici a chiedere se potevano averla… poi con Facebook la situazione mi è un po’ sfuggita di mano» racconta Antonio, che è nato nel capoluogo abruzzese nel 1981 e non s’è mai mosso da questa città in mezzo all’Appennino, edificata su un colle a 715 metri sul livello del mare tra il Gran Sasso d’Italia e i monti del Sirente-Velino. Qui si è laureato in Cultura della comunicazione, alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università degli Studi dell’Aquila e ha iniziato a lavorare come grafico, web designer e consulente per la comunicazione. «Quando c’è stato il terremoto, Stefania, la mia compagna e socia, lavorava a Madrid. Era qua per la vacanze di Pasqua e non è più tornata indietro. Se prima avevo immaginato di poterla raggiungere io in Spagna, dove lei aveva un lavoro strutturato, quel 6 aprile del 2009 ha ribaltato ogni prospettiva» sottolinea Antonio. 

Col centro storico interdetto in quanto zona rossa e gli amici dispersi nei quartieri del Progetto C.A.S.E.

Con l’acronimo C.A.S.E. si intendono i quartieri di Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili che furono realizzati dal governo italiano nel 2009 per rispondere all’emergenza legata al terremoto. Le abitazioni erano destinate ai cittadini dell’Aquila con casa distrutta o inagibile: i 4.500 appartamenti hanno ospitato oltre 15mila persone, in veri e propri quartieri dislocati intorno alla città. Questo, racconta Antonio Fruci, ha cambiato il modo di vivere la città: «Prima tra amici ci si incontrava nel centro storico, a piedi, girando di bar in bar. Oggi, invece, ci si muove in auto, ci si allontana dalla propria abitazione e si resta tutta la sera nello stesso bar». Questa situazione ha ispirato una delle prima t-shirt di elleapostrofoa, «stengo finito, reporteteme a» (sono ubriaco, per favore accompagnatemi a) venduta insieme a una spilletta da inserire nel cerchio del quartiere o del paese dove chi la indossa abita.

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